Le leve per “fare il salto”: due corsi per organizzare l’innovazione, tra prodotto-servizio e business model

Nel mercato attuale a complessità crescente, le aziende devono essere in grado di creare occasioni per introdurre discontinuità di prodotto e di servizio rispetto al passato. Nel fare innovazione il solo miglioramento continuo e incrementale, a lungo andare, può diventare un punto di debolezza capace di mettere in crisi la sopravvivenza della stessa azienda, ad esempio nel caso in cui entrino nel nostro mercato nuovi player che giungono da “mondi” e da approcci molto diversi.

Cambiare e ampliare la propria visione di innovazione non è facile, ma oggi sono disponibili metodologie e strumenti utili per migliorarsi.

Un primo grande tema, affrontato nel corso Innovation Lab: potenziare la ricerca e sviluppo per realizzare innovazioni di prodotto e di modello di business, riguarda la capacità di “orchestrare” in modo nuovo i processi che permettono di generare innovazione realmente “disruptive”. Questo si realizza ad esempio con iniziative in grado di collegare in modo ancora più efficace la Ricerca e sviluppo aziendale con altri pezzi dell’organizzazione e con mondi esterni attraverso Innovation CLUB e Innovation HUB.   Affronteremo anche i modi che consentono di bilanciare e ridurre il rischio insito in progetti ad elevata discontinuità, con le attenzioni che consentono di arrivare “prima e meglio” sul mercato.

Il corso Le forme dell’organizzazione aperta: l’approccio “Open” che rende più innovative le imprese esamina il tema dell’innovazione da una prospettiva più strettamente organizzativa. Anche in questo caso si tratta di una riflessione di respiro manageriale e imprenditoriale sull’evoluzione delle organizzazioni nella direzione dell’innovatività, dell’attrattività e dell’agilità.  Vedremo esempi piccoli e grandi di organizzazioni che sono diventate “aperte” attraverso una ridefinizione dei principi dell’organizzazione tra interno ed esterno, controllo e libertà di operare, centro e periferia. In questa prospettiva vanno ripensati i modelli gerarchici, i modelli per l’innovazione e le dinamiche di produzione del valore. Impareremo anche attraverso la storia di imprese che si sono sviluppate adottando almeno in parte modelli eterarchici, ovvero  in grado di sviluppare processi di auto organizzazione attraverso i quali i collaboratori sono messi nelle condizioni di operare in autonomia e senza il coordinamento di un responsabile.