Clerprem e la sfida della carbon footprint di organizzazione

Misurare la carbon footprint di organizzazione, ovvero il complesso di emissioni dirette e indirette connesse all’attività di impresa: questa la sfida intrapresa da Clerprem per lo stabilimento di Carré, nel Vicentino. La società – realtà leader nella produzione di sistemi di seduta, poggiatesta, console e imbottiture in poliuretano flessibile ed integrale per interni autovetture e carrozze ferroviarie –si è affidata a Niuko Innovation & Knowledge, società di formazione e consulenza di Confindustria Vicenza.   

  

“Un percorso – spiega Francesco Faccin, Operations manager dello stabilimento – che è stato occasione per verificare in modo puntuale le emissioni e mettere a punto le azioni future, per continuare l’impegno per la sostenibilità nella direzione già intrapresa con decisione dall’azienda da un ventennio, con l’attenzione alla riduzione delle emissioni che si affianca al tema del riciclo degli scarti, ma anche a una progettazione che guarda al nodo del fine vita di ogni prodotto”  

  

“Misurare la sostenibilità” è un vero e proprio mantra per il management di Clerprem, una convinzione che ha portato negli anni al conseguimento di numerose certificazioni e riconoscimenti: nel 2009 la prima certificazione Sistema ambientale ISO 14001; dal 2013 l’adesione al progetto “Railsponsible” – Ecovadis, importante iniziativa europea volta a promuovere la maturità ESG nel settore delle ferrovie; l’anno successivo il premio per la sostenibilità assegnato dal colosso Bombardier Transportation fra i suoi fornitori, dal 2015 l’adesione al progetto “Drive Sustainability” che vede in rete 16 realtà europee del settore Automotive. 

Un impegno che si esplicita anche nella scelta – già dai primi anni Duemila – di produrre un poliuretano più green rispetto agli standard di settore: le sedute realizzate dall’azienda fanno uso di materiali riciclabili e i nuovi processi e prodotti utilizzati hanno permesso una riduzione dell’80% della quantità di composti organici volatili emessi dallo stabilimento. 

 

“Alla carbon footprint di organizzazione – realizzata per il 2022 e 2023 – si è affiancata per entrambe le annualità, sempre grazie al percorso attivato con Niuko, l’adesione al Carbon Disclosure Project, con la rendicontazione realizzata su richiesta di una grande multinazionale del settore auto nostra cliente”, spiega Alberto Appoloni, HSE manager Clerprem. L’adesione al più importante sistema di misurazione degli impatti climatici del settore privato è stata così un’ulteriore occasione per mettere a fuoco la strategia dell’azienda sul fronte della sostenibilità ambientale. 

 

La possibilità di disporre di una misurazione dell’impronta “carbonica” dello stabilimento – in cui operano circa 500 dei 2.000 dipendenti impegnati a livello globale dalla società, che conta sette plants in tre continenti – consentirà anche di rilevare in modo puntuale i miglioramenti introdotti dalla recente entrata in funzione dell’impianto fotovoltaico da 1.263.855 kWp, che porta a 11.300 metri quadrati totali gli impianti sugli stabilimenti Clerprem – oltre a Carrè anche a Cumiana nel Torinese e ad Atessa a Chieti cui si aggiunge quello di Huamantla in Messico – con l’obiettivo di coprire il 60% del fabbisogno energetico, per un risparmio di progetto stimato di quasi mille tonnellate anno in termini di emissioni di CO2eq. 

 

“La collaborazione con Niuko – aggiunge Andrea Bigarella, key account Niuko – ha riguardato inoltre il raggiungimento della LCA di prodotto – Life Cycle Assessment per valutare l’impronta ambientale dell’intero ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento, di un nuovo sedile ferroviario per una società di trasporto nazionale estera. Lo studio, il primo conosciuto a livello mondiale per un prodotto di questo tipo, è in fase di ultimazione e ne fa parte integrante il calcolo della carbon footprint del prodotto (CFP), che sarà valutata con il cliente, insieme ad una proposta di miglioramento che prevede la sostituzione del materiale di un componente metallico”. 

 

Fra i progetti già messi in cantiere dall’azienda anche la certificazione energetica ISO 50001 sulla gestione dell’energia e nel 2025 la redazione del bilancio di sostenibilità. A partire dal prossimo anno per le grandi aziende, come Cleprem, scatta infatti l’obbligo della rendicontazione degli impatti di sostenibilità delle organizzazioni: Il lavoro svolto fin qui con Niuko sarà di grande utilità per la stesura del bilancio. 

 

“La sostenibilità – spiega Faccin – è una strada imprescindibile, oltre che una scelta che nasce dal nostro Dna e dalla nostra convinzione: collaboriamo con grandissimi brand dell’Automotive che ci chiedono standard elevatissimi in questo senso, ma al tempo stesso la domanda arriva anche dalle banche e non ultimo, dai giovani. Le nuove generazioni, i giovani e le giovani che incontriamo in fase di recruiting hanno giustamente una sensibilità molto elevata su questi temi”. 

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