Attraction & retention: le nuove sfide per le imprese del territorio
Secondo un recente studio dell’osservatorio hr del Politecnico di Milano, se le principali leve che spingono chi cambia lavoro sono il fattore economico (46%) e l’opportunità di “fare carriera” altrove (35%), un 24% indica come motivazione il desiderio di un maggior benessere fisico e mentale e un altro 18% la volontà di seguire le proprie passioni, anche attraverso la ricerca di maggior flessibilità e di un diverso equilibrio vita-lavoro. Questi ultimi due fattori rappresentano una novità». I dati tratteggiati da Fabiana Palù, Life and Business Coach, Agile People Coach, Welfare Consultant, martedì 20 giugno in occasione dell’evento online di presentazione del percorso Niuko Attraction & Retention hub restituiscono la complessità – e la rapida evoluzione – del quadro e delle sfide con cui si trovano a fare i conti oggi le imprese quando si interrogano su come attrarre e trattenere le risorse. Fra gli elementi nuovi che si sono inseriti nel panorama, ha spiegato Palù, anche il fatto «che i giovani non cercano più un lavoro a tutti i costi» e che sono più propensi a rinunciare anche in assenza di alternative se non ritengono soddisfacente la “promessa” messa sul piatto dall’azienda. Non solo: nel trattenere i talenti – Gen Z e Millennial – le imprese si trovano a fare i conti con un nuovo “competitor” perché nell’era della rivoluzione digitale molti giovani, specie i più brillanti, se insoddisfatti del loro lavoro da dipendenti scelgono di abbandonare il posto fisso per intraprendere un’esperienza come liberi professionisti, talvolta attratti anche dalla possibilità di vivere come “nomadi digitali”.
FONDAMENTALE LA CAPACITA’ DI PORRE DOMANDE
Anche nel territorio vicentino sono esperienze comuni la forte difficoltà nel trovare “persone” da inserire da una parte e il fenomeno delle “grandi dimissioni” o del quiet quitting, con lavoratori demotivati che pur essendo in azienda si muovono e si comportano come se fossero già altrove. Che fare? Non esistono ovviamente risposte o ricette preconfezionate, ma il primo passo, per ogni azienda, «è la capacità di porsi buone domande». Fra gli interrogativi ormai ineludibili citati da Palù figura quindi la capacità dei manager nel guidare i team in questo tempo di cambiamento, le motivazioni non solo contrattuali alla base dei legami fra persone e azienda, la qualità delle relazioni all’interno dell’impresa, la capacità di ascolto delle persone, l’adeguatezza dei percorsi di carriera proposti rispetto alle aspettative e alle promesse iniziali, la capacità di rispondere alla nuova domanda di flessibilità… I driver per attrarre e trattenere talenti sono infatti diversi – ha spiegato Palù – e vanno ben oltre la pur importante leva economica: i giovani chiedono oggi, anche in Veneto, la possibilità di “mettere le mani in pasta”, di apprendere un mestiere, di esprimere appieno il loro potenziale, ma anche l’apprezzamento per ciò che fanno, un ambiente con regole chiare e strutturate, leader capaci, la possibilità di sentirsi parte di un gruppo..
IL PERCORSO NIUKO
Da qui la scelta di Niuko, a partire dall’esperienza positiva di progetti su questi temi realizzati con alcune imprese, di attivare un laboratorio di discussione e di apprendimento tra manager interessati a migliorare l’attrattività delle imprese e la capacità di trattenere i talenti. Attraction & retention hub nasce quindi non come un corso ma come, ha spiegato Fabio Pierobon, Specialist Niuko Sviluppo Organizzativo «un crocevia di idee sull’arte di fare organizzazione, perché attraction e retention si basano anche sulla qualità dei processi manageriali e della gestione delle risorse umane. Abbiamo creato un contesto che beneficia dello scambio di esperienze concrete tra colleghi, dove il contributo degli esperti è quello di arricchire e facilitare la discussione. Un luogo di pensiero plurale e aperto: la discussione viene alimentata da voci diverse, da testimonianze, dalla presenza di giovani e di stakeholders del mondo dell’impresa». Un metodo di lavoro coinvolgente ed esperienziale, che utilizza la flipped classroom (con la possibilità di discutere in aula attraverso le domande al docente i contenuti appresi in autonomia), gli auto-casi, le sessioni “per generare buone domande”. Ogni incontro propone un mix di momenti diversi, partendo dal warm up (il “riscaldamento” iniziale) per poi passare ai lavori di gruppo, ai brevi speech degli esperti con cui confrontarsi e porre domande fino alle testimonianze, all’analisi “retrospettiva” di quanto si sta apprendendo e all’aperitivo finale per fare network. E’ possibile scegliere se iscriversi ai primi cinque incontri o all’intero percorso di dieci incontri, proposto con modalità “leggera”: l’impegno di una mezza giornata ogni tre settimane.
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