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L’aspetto delle differenze di genere nel contesto lavorativo è ricordato tra le finalità specificate dal D.Lgs. 81/08, dove si ribadisce la necessità di garantire l’uniformità della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori anche con riguardo alle differenze di genere e soprattutto dove il testo Unico prevede che la valutazione dei rischi debba riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati alle differenze di genere: all’atto pratico questo si considera soprattutto nell’ambito produttivo aziendale. Il concetto di benessere organizzativo se osservato con le lenti della sostenibilità e quindi con uno sguardo oltre l’obbligo legislativo, include considerazioni ed implica scelte aziendali che prendano in considerazione le differenze date dal genere in un’ottica più ampia.
L’Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul Lavoro si sta occupando negli ultimi anni anche dell’aspetto legato al genere e il report pubblicato nel 2016 che riguarda la forza lavoro femminile in Europa offre dati interessanti, tenendo conto sia dell’aumento della popolazione femminile sia la crescita dell’età delle donne. Questo determina necessariamente un aggiornamento delle azioni, ma anche delle scelte aziendali al fine di creare un ambiente lavorativo che favorisca benessere e produttività.
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