iMilani, l’azienda nata nei giorni del lockdown investe nella formazione

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«Iniziare quando nessuno lo credeva possibile. Continuare quando tutto sembrava doversi fermare. E adesso, se guardiamo indietro, troviamo le risposte ai tanti “perché” che ci venivano chiesti e che, in fondo, ci chiedevamo anche noi. Un nuovo cammino spaventa sempre, ma dopo ogni passo ci si rende conto di quanto fosse pericoloso rimanere fermi».

La data di nascita di iMilani è l’1 aprile 2020, uno dei giorni più neri dell’emergenza Covid-19, quando il Paese era fermo e ogni cosa sembrava avvolta da una fitta nebbia. Certo, il percorso che ha portato alla fondazione di questa nuova realtà era già disegnato da tempo, ma di fronte all’emergenza i CEO Roberto Milani e Gianluca Marzano hanno deciso di non fermarsi.

Una sfida nuova

«Siamo partiti senza poterci vedere fisicamente, ciascuno a casa propria, senza poter incontrare i clienti – racconta Milani – sono state settimane sfidanti, un avvio molto diverso da come lo avevamo programmato e certo questo 2020 sarà più in salita del previsto. Ma ogni giorno ricordo ai miei dipendenti che se abbiamo affrontato un inizio in un contesto così burrascoso di certo saremo pronti ad affrontare qualsiasi cosa in futuro».

Per presentarsi al mondo l’azienda di Rosà (Vicenza) si è affidata a un efficace video emozionale che vede come testimonial la campionessa di apnea Alessia Zecchini, scelta perché appartiene a un mondo da sempre vicino ai valori dell’ecologia.

E proprio l’ecosostenibilità è uno dei valori su cui è fondato il progetto iMilani, specializzata nella produzione della gamma di contenitori e cassette in plastica per la logistica e la movimentazione della merce. L’azienda infatti contribuisce al riutilizzo di oltre 1200 tonnellate annue di plastica ed è attenta alla dimensione della sostenibilità in ogni passaggio della filiera.

Ascolto ed empatia? Non vanno relegate solo nella sfera personale

Già da tempo Milani aveva disegnato la sua azienda come una realtà con un modello organizzativo agile, flessibile, snello. «Tutti noi volevamo iniziare e non ripartire». E l’emergenza Covid-19 se da una parte ha aperto grandi punti interrogativi, dall’altra ha aiutato ad azzerare modelli e prassi consolidate e a capire che la strada intrapresa era quella giusta: di fronte a uno scenario in cui la domanda di prodotti e servizi cambia rapidamente le aziende sono chiamate a operare con modelli simili a quelli di una startup.

Fondamentale in questa fase è stato anche l’apporto della formazione: anche in pieno lockdown l’azienda ha attivato con Niuko percorsi per le “prime linee” che hanno permesso di organizzare il lavoro in team da remoto sia una formazione più tecnica dedicati a temi quali l’export, le dogane e la contrattualistica. «La formazione – spiega il CEO – si è rivelata anche uno strumento prezioso per aiutare a costruire la relazione in un team di persone che in alcuni casi non avevano mai lavorato insieme e si sono ritrovate a collaborare senza potersi incontrare fisicamente».