Connessioni a 5G: il viaggio cross-generazionale che ha unito le generazioni in azienda

Esperienze e voci a confronto in occasione dell’evento di chiusura del progetto ospitato lo scorso giovedì 27 novembre nella sede di Morato spa 

Un viaggio cross-generazionale, occasione per mettere a fuoco i risultati raccolti durante il progetto 1495 – 0001 – 110 – 2024  Connessioni a 5G: intergenerazionalità a banda larga e per riflettere assieme, attraverso il confronto fra più voci ed esperienze, sul tema della valorizzazione della diversità generazionale in azienda: giovedì 27 novembre gli spazi di Morato Pane SPA ad Altavilla Vicentina hanno ospitato l’evento di chiusura del progetto,  finanziato dalla Regione Veneto nell’ambito della DGR n. 110 del 12 febbraio 2024 “GENERAZIONI A CONFRONTO Promuovere Age Diversity Management nei contesti organizzativi” con risorse a valere sul PR Veneto FSE+ 2021-2027. 

I saluti iniziali sono stati affidati a Elena Padrin, Account Manager di Niuko, seguiti dalla presentazione del progetto a cura di Susanna Casellato, Responsabile Progettazione di Niuko, capofila del progetto, che ha coinvolto una significativa rete di partner. 

Il primo intervento, dedicato al tema “Accogliere le generazioni: dal dialogo alla cultura dell’inclusione”, è stato portato da Roberta Bassi — membro del Direttivo e del Gruppo Diversity & Inclusion di AIDP Veneto e FVG — che ha sottolineato quanto sia essenziale superare stereotipi e promuovere una cultura aziendale realmente inclusiva.  A seguire, l’intervento su “Passaggio generazionale, evoluzione manageriale e governance: il Temporary Manager come driver strategico” è stato condotto da Federico Celoria, Presidente di Federmanager Vicenza e da Carlo Perini, Delegato alle politiche attive sul lavoro per Federmanager Vicenza, che ha proposto un focus sul ruolo del temporary manager, figura chiave non solo in situazioni di crisi, ma anche come strumento di accelerazione della crescita e dello sviluppo aziendale.  

Quando si è parlato di “Il futuro in azienda: come i giovani stanno ridisegnando la cultura organizzativa”, la relazione è stata affidata ad Annalisa Rossetto, Consigliera del Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Vicenza: un intervento che ha portato in primo piano il ruolo e il contributo delle nuove generazioni nella trasformazione dei contesti di lavoro.  

Il tema “Connettere generazioni, rigenerare territori: il welfare integrato come motore di sviluppo e coesione sociale” è stato affrontato da Fabio Streliotto, amministratore di INNOVA Srl, che ha parlato della sfida di connettere insieme i diversi sistemi di welfare – pubblico, comunitario, contrattuale, aziendale – attraverso il modello del welfare district che evita sprechi di risorse, generando nuove opportunità e valore condiviso e favorendo lo sviluppo del territorio. Un tema – ha spiegato – strettamente connesso alla valorizzazione delle generazioni in azienda, perché un approccio di welfare integrato può rappresentare una leva strategica per attrarre e trattenere talenti appartenenti a generazioni differenti, valorizzando esigenze e aspettative eterogenee.  

Le esperienze a confronto: dal rifugio innovativo al mondo delle professioni 

Ricco di spunti anche il successivo momento di confronto “L’apprendimento intergenerazionale nei diversi mondi produttivi: un mosaico di esperienze”, che ha visto protagonisti rappresentanti di realtà diverse: nell’industria, Melissa Dal Maso, Group Training & Development Specialist di Morato Pane S.p.A.; nel terziario, Angelo Ferro, titolare di Rifugio Alpe Campogrosso; per le cooperative, Marta Gaiga, Presidente di MEA Società Cooperativa Sociale; e infine per le libere professioni, Andrea Cecchetto (commercialista) e Marta Zago (consulente del lavoro). 

Fra le testimonianze che hanno arricchito il confronto, quella di Ferro, che dopo la laurea e un’esperienza lavorativa a Zurigo nell’ambito della finanza sostenibile, alla fine del 2021 ha raccolto il testimone dallo zio alla guida del Rifugio Alpe Campogrosso, oggi realtà fortemente vocata all’innovazione e attenta alla sostenibilità (fra gli obiettivi per il prossimo futuro la certificazione B Corp), con uno staff di collaboratori per il 75% under 25, un dato straordinario in un settore che soffre di scarsa attrattività specie fra i giovani. Nel suo intervento, Ferro ha evidenziato il valore dello scambio con la Gen Z e dell’ascolto delle nuove domande che pone al mondo del lavoro e quello del dialogo con lo zio storico gestore, ancor oggi coinvolto nell’attività del rifugio. Interessante anche il contributo di Cecchetto, autore di numerose pubblicazioni in ambito professionale, che ha parlato delle resistenze che spesso frenano il contributo non solo della Gen Z, ma anche dei Millennial, nel mondo degli studi professionali. E proprio la voce delle nuove generazioni al lavoro è stata rappresentata da Marta Zago, che attraverso il racconto della esperienza professionale ha portato al tavolo della discussione l’approccio nuovo della Gen Z al mondo del lavoro. 

Marta Gaiga ha invece raccontato l’esperienza della cooperativa, passata dalla guida del fondatore storico a una guida femminile di un’altra generazione, che ha modificato i modelli organizzativi in senso più partecipativo, avviando un percorso volto a valorizzare la grande diversità generazionale presente in cooperativa. Un impegno che ha permesso di mettere in risalto l’esperienza dei senior – sfatando il luogo comune secondo cui, anche perché fanno un lavoro di cura spesso faticoso, sarebbero “stanchi” e senza più nulla da dare – e al contempo di rispondere alle nuove domande della Gen Z. Melissa Dal Maso, che, come Gaiga, ha partecipato ai percorsi formativi proposti dal progetto, ha invece riportato l’esperienza di Morato Group, dove la “contaminazione” fra generazioni e l’ascolto reciproco, attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti, ha permesso di migliorare il clima e moltiplicare le idee, superando gli stereotipi legati all’età. 

Fuori dagli schemi l’intervento di chiusura “L’età del noi: narrazione e collaborazione intergenerazionale” affidato a Giulia Cailotto: formatrice in processi linguistici e comunicativi e specialista in teatro d’impresa, utilizzando il linguaggio dell’arte scenica, ha coinvolto i partecipanti in una riflessione sulle modalità per abbattere i muri che spesso frenano il dialogo fra generazioni, anche scegliendo le parole giuste per restituire feedback che siano capaci di attivare risorse.  

 Alcuni scatti del seminario: