L.E.G.O, orario flessibile e lavoro per obiettivi

Come rispondere alla domanda di flessibilità che arriva sempre più forte dai lavoratori? Un tema al centro dell’evento online Attractive flexibility: gli strumenti giuridici della flessibilità promosso martedì 12 dicembre da Niuko Innovation & Knowledge, società di formazione di Confindustria Vicenza, nell’ambito del format Maps for Future.

Un dialogo a due voci, moderato da Fabio Pierobon, responsabile Niuko Lab, che ha messo a confronto il consulente del lavoro e docente Giuseppe Ponzio con Carlo Nardi, group head of human resources dell’azienda vicentina L.E.G.O. – Legatoria Editoriale Giovanni Olivotto.

Se Ponzio ha offerto un’interessante ed esaustiva panoramica degli strumenti messi a disposizione dal legislatore per rispondere a questa domanda – dagli aspetti relativi all’orario di lavoro ai nodi connessi al “luogo” della prestazione fino alla formazione – Nardi ha invece proposto alcune riflessioni a partire dall’esperienza sviluppata dalla sua azienda.

Fondata dalla famiglia Olivotto 123 anni fa, L.E.G.O è una delle più grandi aziende al mondo nel settore della stampa e della legatoria e si occupa dell’intero ciclo di produzione dei libri. I due stabilimenti – a Vicenza e a Trento – occupano nel complesso 700 risorse, equamente ripartite fra le due sedi; i prodotti sono destinati per circa il 75% all’export, l’azienda collabora con alcuni dei più grandi brand del settore editoriale a livello globale.

Come quasi tutte le realtà del settore manifatturiero anche L.E.G.O si trova alle prese con il nodo del reperimento del personale e per questo ha deciso di investire in progetti formativi in collaborazione con gli istituti professionali del territorio. Tali progetti, ha spiegato Nardi, prevedono un impegno aziendale in alternanza con il percorso scolastico già dal secondo anno. All’istituto San Gaetano di Vicenza L.E.G.O. ha fornito macchinari di stampa e legatoria similari a quelli utilizzati quotidianamente all’interno dei propri stabilimenti, favorendo così un apprendimento finalizzato alle arti grafiche.

«Per quanto riguarda i profili impiegatizi la flessibilità è diventata un must have. Una domanda che ricorre quasi sempre già in fase di primo colloquio – ha evidenziato Nardi – e a cui dobbiamo rispondere per ingaggiare le persone e non rischiare di perdere quote di mercato del lavoro». Introdurre la flessibilità per un’impresa manifatturiera è infatti una sfida più complessa rispetto alle aziende del settore dei servizi. L.E.G.O è comunque riuscita a modulare l’orario degli impiegati con una finestra di ingresso, di pausa e di uscita flessibile favorendo così un miglior work life balance. Nardi ha poi sottolineato come la flessibilità non vada intesa solo come orario di lavoro, ma sia una “filosofia manageriale” che impone «un cambio di paradigma organizzativo» e riguarda nel suo complesso anche il luogo della prestazione lavorativa nonché il concetto stesso di lavoro articolato per obiettivi svincolandolo dal concetto tradizionale di orario.

Fondamentale anche l’investimento nella valorizzazione dei percorsi di carriera individuali e nelle competenze, ma anche nel welfare e nel benessere aziendale senza dimenticare il layout degli spazi fisici. Tutti aspetti, ha spiegato Nardi, connessi al wellbeing aziendale quali elementi che rappresentano leve sia per attrarre che per trattenere le risorse.