Stefanplast, tra metodo e design per un prodotto vincente

Overview

Una nuova linea di vasi nata da “un foglio di carta bianco”, che sta già incontrando un grande successo nel mercato. Alla Stefanplast di Villaganzerla (Vicenza) il processo di sviluppo del brand Opera ha coinvolto fin dalle primissime fasi tutte le funzioni aziendali ed è stato accompagnato da una metodologia basata su riunioni di sprint e sul metodo canvas. Fra le chiavi del successo, la scelta di prestare molta attenzione alla gestione dei target, in particolare alla definizione del costo.

Un percorso accompagnato e facilitato da Niuko. Ne è nato un prodotto unico, per l’area garden: un vaso che coniuga un design ricercato, caratteristiche innovative per quanto riguarda i materiali e un costo non molto superiore a quello dei prodotti precedenti.

Nel video un piccolo assaggio dei risultati di questo percorso.

Le fasi del progetto

Maurizio Scabbia, consulente Niuko, ci racconta qui di seguito la genesi di questo nuovo prodotto.

«La linea da giardino Opera di Stefanplast, rappresenta un esempio interessante di innovazione in un mercato fatto di prodotti economici e poco differenziati. Opera è una collezione di vasi da giardino in plastica, realizzata con due diversi materiali e con una decorazione in rilievo. È la prima collezione di vasi da giardino per la grande distribuzione con queste caratteristiche ed è quindi un’importante innovazione.

Opera nasce da un’iniziale intuizione tecnologica sul sovrastampaggio delle materie plastiche (per la quale Stefanplast ha presentato una domanda di brevetto).

Una volta effettuata una prima verifica di fattibilità tecnica, venne chiesto ai designer di proporre forme e decorazioni innovative. Dai primi bozzetti fu chiaro che l’innovazione estetica sarebbe stata molto significativa e quindi Stefanplast decise che prima di definire i prodotti da realizzare sarebbe stato necessario un confronto più ampio sia all’interno dell’azienda, che con il mercato.

Vennero quindi coinvolti marketing e commerciale per una prima selezione dei render proposti dai designer. Vennero poi selezionati alcuni clienti e vennero loro mostrati i render selezionati. Le prime reazioni furono molto incoraggianti, ma vi era ancora il timore di discostarsi troppo da quella che era la sensibilità del mercato.

Venne pertanto deciso di realizzare un’applicazione di realtà aumentata in grado di rappresentare i vasi in un ambiente realistico Alcuni clienti selezionati poterono così “vedere” i vasi in modo virtuale. Anche in questo caso le reazioni furono molto positive. Con queste conferme Stefanplast decise dunque di procedere, ma ad una condizione: il costo finale del vaso avrebbe dovuto essere paragonabile a quello dei vasi delle altre linee di prodotto. Nel mercato della grande distribuzione infatti la bellezza è apprezzata, ma il prezzo d’acquisto è l’elemento di decisione principale.

La sfida divenne ancora più complessa. Gli stampi ed i metodi di stampaggio vennero ottimizzati per ottenere una produttività simile a quella dei vasi realizzati con un solo materiale. Ai designer venne chiesto di ottimizzare i prodotti per ridurre il consumo di materiale e per semplificare il processo di stampaggio.

Vennero fatte numerose simulazioni di costo, con diversi processi e diversi costi dei materiali fino ad ottenere una ragionevole certezza che il costo finale sarebbe stato di poco superiore a quello dei prodotti attuali.

A questo punto tutti i tre filoni di sviluppo stavano convergendo: le verifiche di mercato confermavano l’interesse da parte dei clienti, la soluzione tecnologica sembrava realizzabile ed il sistema di controllo dei costi aveva stimato dei costi accettabili per i nuovi prodotti.

Era finalmente giunto il momento di scegliere in modo definitivo forme, materiali e colori. Com’è naturale marketing e commerciale avrebbero voluto numerose combinazioni di decorazioni e colori, mentre la parte logistica era preoccupata per i costi di gestione di un’ampia varietà della gamma. Si giunse così alla scelta di 4 colori e di 2 tipi di decorazioni, ognuna realizzabile in due colori diversi, il tutto per ogni forma e dimensione del vaso. Questo portò alla nascita contemporanea di più di 70 nuovi prodotti.

La linea di prodotti Opera è stata quindi lanciata sul mercato e sin dai primi mesi di vita ha avuto dei risultati ottimi. Oggi la collezione opera è disponibile in molti punti vendita della grande distribuzione ed è un esempio di come, coinvolgendo le diverse funzioni aziendali, sia possibile realizzare innovazioni di successo anche in mercati statici e con prodotti economici.

Opera nasce infatti da un’iniziale intuizione tecnologica e soltanto dopo le prime verifiche tecniche è stato chiesto ai designer di proporre forme e decorazioni innovative.

Dai primi bozzetti è apparso chiaro come l’innovazione sarebbe stata molto significativa dal punto di vista estetico e quindi Stefanplast ha deciso di non sprecare questa importante occasione. Sarebbe stato necessario un confronto con il mercato per realizzare quell’“esame di realtà” che è necessario anche nel procedere scientifico, dove le ipotesi si confrontano con un test concreto sul campo.

Infatti per la valutazione dei render proposti dal designer si è deciso innanzitutto di coinvolgere in modo più esteso il marketing e la forza commerciale. Ogni partecipante ha portato il proprio punto di vista: il marketing ha scelto forme e colori in base ai trend di mercato, mentre i commerciali hanno immaginato i punti di vista dei buyer della grande distribuzione ed il posizionamento dei vasi negli scaffali. Sono poi stati selezionati alcuni clienti e sono stati loro mostrati i render selezionati. Le prime reazioni sono state molto incoraggianti.

L’innovazione era particolarmente importante e vi era ancora il timore di discostarsi troppo da quella che è la sensibilità del mercato. Non sono rari infatti i casi nei quali l’impresa si innamori di un prodotto in modo infondato ed affronti investimenti importanti senza solide verifiche di mercato. Stefanplast non voleva correre questo rischio, anzi voleva creare un “mindset” orientato a mettere in discussione in modo “spietato”, attraverso i dati concreti che arrivano dai clienti, le idee di cui si rischia di innamorarsi in modo infondato. Nella comunità scientifica questo approccio viene definito “falsificazionistico”: il procedere scientifico si basa sulla capacità di scovare dati e fatti che contraddicono le teorie. In campo industriale l’analisi dell’apprezzamento del prodotto da parte dei clienti prima di investire risorse ingenti su impianti e stampi rappresenta una sana e non scontata declinazione del risk management.

Si è così deciso di realizzare un’applicazione di realtà aumentata in grado di rappresentare i vasi in un ambiente realistico. L’applicazione è stata presentata ad un’importante fiera e mantenuta in una stanza chiusa per evitare fughe di notizie. Soltanto alcuni clienti selezionati sono stati invitati all’interno della stanza a vedere i vasi. Anche in questo caso le reazioni sono state molto positive. Con queste conferme Stefanplast ha deciso di procedere, ma ad una condizione: il costo finale del vaso avrebbe dovuto essere paragonabile a quello dei vasi delle altre linee di prodotto. Nel mercato della grande distribuzione infatti la bellezza è apprezzata, ma i costi sono l’elemento di decisione principale.

La sfida è diventata ancora più complessa. Gli stampi ed i metodi di stampaggio sono stati ottimizzati per ottenere una produttività simile a quella dei vasi realizzati con un solo materiale. Ai designer è stato chiesto di ridisegnare i prodotti per ridurre il consumo di materiale e per semplificare il processo di stampaggio.

In tutte le aziende ci dovrebbe essere un “sistema nervoso” particolarmente sensibile, ovvero un sistema di controllo di gestione industriale che consenta di definire in modo estremamente preciso i costi dei nuovi prodotti e quindi la possibilità di ritorno dell’investimento. In Stefanplast sono state fatte numerose simulazioni di costo, con diversi processi e diversi costi dei materiali fino ad ottenere una ragionevole certezza che il costo finale sarebbe stato di poco superiore a quello dei prodotti attuali.

A questo punto tutti i tre filoni di sviluppo stavano convergendo: le verifiche di mercato confermavano l’interesse da parte dei clienti, la soluzione tecnologica sembrava realizzabile ed il sistema di controllo dei costi aveva stimato dei costi accettabili per i nuovi prodotti.

Con queste conferme, è stato proposto un ultimo passaggio con i designer ed un’ultima riunione interfunzionale per scegliere in modo definitivo forme, materiali, colori e relative combinazioni. Com’è naturale marketing e commerciale avrebbero voluto numerose combinazioni di decorazioni e colori, mentre la parte logistica era preoccupata per la gestione (in particolare la necessità di mantenere scorte di un numero elevato di prodotti).

Si è giunti così alla scelta di 4 colori e di 2 tipi di decorazioni, ognuna realizzabile in due colori diversi, il tutto per ogni forma e dimensione del vaso. Questo ha portato alla nascita contemporanea di più di 70 nuovi prodotti. Un buon compromesso tra la richiesta di varietà da proporre al mercato e la necessità di spazi per la gestione delle scorte.

La linea di prodotti è stata realizzata e sin dai primi mesi di vita ha avuto dei risultati ottimi. Oggi la collezione Opera è disponibile in molti punti vendita della grande distribuzione ed è un esempio di come sia possibile realizzare innovazioni di successo anche in mercati statici e con prodotti poveri, a patto di realizzare un giusto mix di attente verifiche di mercato, capacità tecnologiche ed attento controllo dei costi».